Pitagora, primo vegetariano della storia (e le sue “stranezze”)

pitagora

Conosciamo tutti Pitagora per il suo teorema, che ha dato un importante contributo alla geometria (e probabilmente ha tormentato l’esistenza degli studenti poco amanti della materia).

Lo conosciamo anche come filosofo, astronomo, politico della Grecia antica.

Pochi, però, conoscono i suoi gusti in fatto di cibo.
Pitagora alla sua epoca non era amato da tutti. Si discostava dal classico filosofo che preferiva discutere delle sue teorie, veniva piuttosto considerato un profeta, poco propenso a cambiare idea.
Uno degli atteggiamenti ritenuti più “strani” era la sua scelta in fatto di alimentazione: decise di astenersi completamente dalla carne, cosa che, per un greco, era alquanto singolare.

Questa scelta va traslata in un’epoca in cui la carne rappresentava un simbolo di religiosità: ogni rito veniva “sigillato” dal sacrificio di un animale, del quale venivano poi mangiate le interiora e le carni. Ecco perchè Pitagora con la sua scelta si escludeva da riti religiosi, preghiera, socializzazione e appartenenza alla comunità.
Mantenere questo rigore, però, per un greco non era affatto semplice, ecco perchè, in poco tempo, Pitagora e i suoi iniziarono a ritenersi quasi una casta superiore.
Oltre alla carne, il filosofo escluse dalla sua alimentazione anche le uova e il vino.
Ma da quanto ci è pervenuto sembra anche che Pitagora odiasse uno degli alimenti più presenti nell’alimentazione dei Greci: le fave.
Il motivo di questa repulsione non è del tutto chiaro: secondo alcuni era legata alla forma, che richiamava l’organo sessuale maschile, secondo altri al fatto che provocavano flatulenza e che rendessero più difficile la digestione; altri ancora ritengono che fosse perchè il filosofo era affetto da favismo.
Quel che è peggio è che la sua morte, secondo molte storie (che hanno poco o nulla di vero), fu legata proprio a questo legume: alcuni raccontano che, in fuga da una rivolta, si rifugiò in un campo di fave e si lasciò morire di fame; un’altra che fu avvelenato proprio da una minestra di fave in cui fu aggiunta la cicuta.

A dir la verità le scelte alimentari di Pitagora oggi non sono così chiare, sembra che ci siano fonti discordanti in merito, ma ci piace credere che sia stato proprio lui il “fondatore” inconsapevole di un movimento che all’epoca non venne accettato, ma che oggi accomuna davvero tante persone.

 

Fonti: Giancarlo Signore, Storia delle abitudini alimentari: dalla preistoria ai fast food, Tecniche Nuove, 2010

Giovanni Sole, Il tabù delle fave: Pitagora e la ricerca del limite, Rubbettino Editore, 2004

Mariangela Stasi

Mariangela Stasi

Sono una Biologa Nutrizionista, ma non solo. Sono laureata in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche e per diversi anni ho lavorato nella ricerca scientifica, conducendo esperimenti, approfondendo lo studio delle malattie oncologiche e neurodegenerative, contribuendo alla stesura di alcune pubblicazioni scientifiche. Prima di dedicarmi alla professione di nutrizionista, ho conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari con uno studio su una malattia neurodegenerativa rara. Un valore aggiunto alla professione di nutrizionista l'ho ottenuto con il Master in Fitoterapia Applicata, che mi consente di associare alla dieta utili consigli. Del mondo della ricerca mi sono rimasti la curiosità e l’approccio “scientifico” al lavoro, la continua ricerca della verità. Non mi piace dire, scrivere o parlare di qualcosa se prima non ho ne verificato la veridicità scientifica. Amo il mio lavoro, amo l’arte, la scienza e tutto quello che ha a che fare con la biologia. Proprio per questo motivo mi piace sempre studiare per conoscere e per aggiornarmi, per essere sempre al passo con le novità che la scienza ci regala.

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