Quando si parla di vitamina D ci si riferisce sia alla vitamina D2, sia alla vitamina D3.
La sua prima scoperta risale al 1919, quando il pediatra Kurt Huldschinsky notò che alcuni bambini affetti da rachitismo (una malattia caratterizzata da un’alterazione nella mineralizzazione delle ossa e della cartilagine) guarivano se esposti alla luce del sole.
Quali sono le sue funzioni?
Si tratta di una vitamina che per molti versi è simile ad un ormone. Il suo ruolo più importante è quello di favorire la mineralizzazione delle ossa, controllando le concentrazioni di calcio e fosforo nel sangue. Svolge un ruolo anche sull’apparato muscolare e nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, in quanto regola il rilascio e la risposta all’insulina. La vitamina D, inoltre, aumenta la risposta immunitaria nei confronti di diverse infezioni, soprattutto nei confronti di tubercolosi, influenza e infezioni virali a livello delle prime vie respiratorie.
Quali sono le fonti di vitamina D e come si assimila?
Il fabbisogno di vitamina D non è coperto solo con la dieta: l’80% di questa vitamina, infatti, si ottiene dalla sintesi dell’organismo in seguito all’esposizione al sole.
Un alimento molto ricco di vitamina D è l’olio di fegato di merluzzo, che però generalmente è utilizzato solo come integratore. Buone quantità di vitamina D sono contenute in pesci grassi come tonno fresco, salmone e aringa, ma piccole dosi si trovano anche in alcuni derivati animali come burro, formaggi grassi e uova di gallina.
La vitamina D viene assorbita nell’intestino tenue e la sua assimilazione è favorita dall’assunzione di grassi, generalmente già presenti negli alimenti ricchi di vitamina D.
Quando bisogna integrarla?
Ovviamente, quando ne siamo carenti. La carenza di vitamina D può essere associata a una scarsa esposizione al sole (legata anche al fototipo), all’eccesso di peso, al periodo dell’anno (di inverno, a causa di una ridotta esposizione al sole, tendiamo ad avere una riduzione della produzione).
Anche l’invecchiamento predispone a una carenza di questa vitamina: i meccanismi che regolano la sintesi di vitamina D sono sempre meno efficienti.
Un’ulteriore causa di carenza è il malassorbimento, associato a malattie come celiachia, morbo di Crohn, fibrosi cistica, colite ulcerosa, ma a patologie epatiche o renali.
Anche alcuni farmaci possono ridurre i nostri livelli di vitamina D nel sangue.
I soggetti obesi potrebbero più facilmente presentare carenza, in quanto la vitamina D tende a depositarsi nel tessuto adiposo (nel grasso, per capirci), per questo motivo i livelli della vitamina nel sangue potrebbero essere più bassi: chi è in eccesso di peso, quindi, potrebbe avere maggiore bisogno di vitamina D. D’altra parte, se un obeso dimagrisce ha in automatico più vitamina D disponibile nel sangue.
Mantenersi in forma, quindi, è sempre la prima regola! Per quanto riguarda l’integrazione, invece, è sempre necessario rivolgersi al proprio medico curante.
Come si manifesta una carenza di vitamina D?
Poichè la vitamina D svolge funzioni importanti in molte cellule, è ovvio che scarsi livelli della vitamina nel sangue causano problemi a diversi livelli nel nostro corpo. La carenza di questa vitamina, infatti, ha molti effetti negativi per la salute: può provocare iperparatiroidismo secondario, convulsioni, ipocalcemia, scarsa mineralizzazione ossea, deformazione e dolori ossei, astenia muscolare severa, miopatie, sarcopenia, aumentato rischio di fratture e di sviluppare diversi tipi di malattie.
Fonte: LARN IV revisione, SINU 2016
- Laboratori di mindful eating - 2 Ottobre 2024
- Mamme e ansia da prestazione - 14 Maggio 2023
- Mangi le arance solo perchè sono ricche di vitamina C? Forse dovresti leggere questo articolo! - 19 Gennaio 2023