Nell’isola di Creta, e in particolare nella città di Litto, a pochi chilometri da Cnosso esisteva un’usanza molto particolare che aveva a che fare proprio con il cibo. Si tratta dei pasti comuni, definiti sissizi, tipici della civiltà cretese, ma anche, con qualche differenza, di quella spartana.
Non si tratta di un intento di condivisione legato ad un’economia collettivistica, ma di un legame, una forma di solidarietà politico-militare, anche se pare che l’intento ultimo delle istituzioni cretesi fosse quello di abolire l’avidità e la lussuria per promuovere una vita semplice e moderata.
Il sissizio era un presupposto che consentiva il pieno diritto di cittadinanza. L’accesso era consentito esclusivamente agli uomini, sia giovani sia adulti, che si riunivano per condividere il pasto comune. Il motivo per il quale si consentiva ai giovani di partecipare ai sissizi era la convinzione che i discorsi degli adulti, avrebbero accresciuto il loro coraggio.
Ogni partecipante doveva contribuire con un decimo di quanto produceva al proprio gruppo di appartenenza (eteria). I beni venivano poi divisi tra i commensali.
Era la donna a occuparsi del pasto, mentre i servi avevano il compito di potare la legna da ardere e per poter mangiare dovevano pagare uno statere. Gli uomini che partecipavano al sissizio, una volta a tavola, ricevevano un trattamento reputato equo e indipendente dallo status sociale. L’unica differenza era legata all’età di ciascuno. I più anziani potevano sedersi appena il pasto era pronto, mentre i più giovani restavano in piedi e mettevano il cibo in tavola, per poi accovacciarsi ciascuno ai piedi del proprio padre. La donna che gestiva la mensa aveva il compito di scegliere i bocconi migliori e porgerli ai guerrieri più valorosi o, in tempo di pace, ai più saggi. Successivamente serviva gli uomini adulti con una intera porzione di cibo, mentre i figli avevano diritto a porzioni dimezzate. La distinzione era per gli orfani, che ricevevano porzioni intere ma senza il condimento. Con molta probabilità, quindi, i giovani orfani si ritrovavano il piatto di cerali o il pane, ma privo di formaggio, verdura, carne o pesce, di quella parte di proteine animali o vegetali che completava il pasto a base di carboidrati.
I pasti serviti ai sissizi erano molto semplici e in tavola poi veniva servito del vino molto annacquato, che gli adulti bevevano dalle coppe, mentre i ragazzi da un cratere comune.
Fonti: Del Corno L. A tavola con Omero, Bur, 2013
http://www.treccani.it/enciclopedia/sissizi_%28Enciclopedia-Italiana%29/