Gramigna: le virtù dell’erba più odiata dai coltivatori

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Disperazione di tutti i coltivatori, la gramigna è una pianta particolarmente infestante, difficile da estirpare, considerata un terribile parassita da tenere lontano dalle coltivazioni.
Si tratta di una pianta che cresce spontaneamente e che abbonda un po’ dappertutto. Esistono molte varietà di gramigna, tra le più utilizzate troviamo la Cynodon dactilon e la Triticum repens.

Eppure se il contadino lo sapesse…

Se tutti conoscessero le proprietà di quest’erba, probabilmente non la estirperebbero con tanta foga. Si parla di virtù medicinali utili per diversi tipi di disturbi. Cani e gatti lo sanno e la utilizzano per disintossicarsi o svuotare lo stomaco.

Quale parte della pianta si usa?

Se ne utilizza il rizoma, la parte sotterranea della pianta, ricco di sali minerali, in particolare silice, olio essenziale e un polisaccaride simile all’inulina. Si può raccogliere durante tutto l’anno, ma è meglio farlo in primavera o in autunno. Il rizoma si essicca al sole e poi va conservato in recipienti ben chiusi e protetti dall’umidità.

Quali proprietà ha la gramigna?

Ha un potente effetto diuretico e depurativo; la varietà Triticum repens in particolare è molto usata in fitoterapia come disinfettante e antinfiammatorio delle vie urinarie. La gramigna agisce anche a livello del fegato, favorendo il transito della bile. Utilissima quindi in caso di problemi urinari, ma anche in presenza di calcolosi biliare. La tintura madre del rizoma di gramigna o il suo decotto possono essere usati in caso di cistite acuta e per favorire la diuresi in presenza di ipertensione arteriosa.

Come si prepara un decotto di gramigna?

Bisogna far bollire 30g di rizoma in 200g di acqua per uno o due minuti. Successivamente si elimina l’acqua e si pesta il rizoma bollito. Si aggiungono nuovamente 1200g di acqua,poi si riporta a ebollizione, fino a quando l’acqua non si riduce a 1l. Una volta freddato, si filtra e si utilizza nell’arco della giornata, lontano dai pasti (2-3 tazze al giorno).

N.B. Come sempre queste indicazioni non possono che essere considerate ad unico scopo informativo. La somministrazione di fitoterapici, infatti, deve sempre e comunque seguire la prescrizione da parte di un esperto dopo un’accurata visita.

 

Fonti: Presicce, Piante medicinali spontanee del Salento, Lupo editore, 2013

       Firenzuoli, Fitoterapia, Giuda all’uso clinico delle piante medicinali, quarta edizione, edra masson, 2008

Mariangela Stasi

Mariangela Stasi

Sono una Biologa Nutrizionista, ma non solo. Sono laureata in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche e per diversi anni ho lavorato nella ricerca scientifica, conducendo esperimenti, approfondendo lo studio delle malattie oncologiche e neurodegenerative, contribuendo alla stesura di alcune pubblicazioni scientifiche. Prima di dedicarmi alla professione di nutrizionista, ho conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari con uno studio su una malattia neurodegenerativa rara. Un valore aggiunto alla professione di nutrizionista l'ho ottenuto con il Master in Fitoterapia Applicata, che mi consente di associare alla dieta utili consigli. Del mondo della ricerca mi sono rimasti la curiosità e l’approccio “scientifico” al lavoro, la continua ricerca della verità. Non mi piace dire, scrivere o parlare di qualcosa se prima non ho ne verificato la veridicità scientifica. Amo il mio lavoro, amo l’arte, la scienza e tutto quello che ha a che fare con la biologia. Proprio per questo motivo mi piace sempre studiare per conoscere e per aggiornarmi, per essere sempre al passo con le novità che la scienza ci regala.

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