Ultimamente se ne parla molto, soprattutto perchè è l’unico cereale a marchio registrato.
Già, perchè il vero cereale non si chiama Kamut, ma grano khorasan.
La “leggenda” vuole che sia stato scoperto in una tomba egizia, ma in realtà diverse specie di grano khorasan si coltivano da sempre nelle regioni della Mezzaluna Fertile (l’attuale Medio Oriente).
La Kamut International ha quindi utilizzato il nome Kamut (che non è altro che il termine che veniva utilizzato dagli antichi egizi per indicare il grano) come marchio registrato, per indicare il grano khorasan, tanto che oggi lo conosciamo solo con il suo nome commerciale. Una scelta che sicuramente preserva una specie di grano ancora salva dagli incroci (pensate che, per aumentare la produttività, il grano che utilizziamo comunemente in cucina è stato incrociato con varie specie tante di quelle volte che oggi ha un patrimonio genetico 5 volte superiore a quello umano!), ma che di sicuro fa lievitare il prezzo più di quanto dovrebbe.
Sicuramente, come avviene per tutti i grani antichi, la scelta della coltivazione biologica di un grano meno produttivo rende i prodotti più costosi, ma l’utilizzo del marchio registrato può risultare a molti quantomeno discutibile.
Falso anche il mito che racconta che abbia un contenuto inferiore di glutine. Essendo grano, chiaramente lo contiene e non è indicato per celiaci o per le persone sensibili al glutine.
In ogni caso, il khorasan è un grano di ottima qualità. Non solo perchè è un grano antico, ma anche perchè molto ricco di proteine vegetali e fibre, che abbassano l’indice glicemico.
La farina di khorasan integrale è utilizzata per la preparazione di pane, pasta e, di recente, anche per le pizze.
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