Il primo ricettario gourmet della storia

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Risale a circa 4000 anni fa il primo ricettario giunto a noi. Si tratta di tavolette scritte in cuneiforme decifrate dallo studioso francese Jean Bottero.

Per niente scontate, sono ricette raffinate e particolarmente ricercate.

Ma facciamo un passo indietro, cerchiamo di calarci nella realtà del tempo.
Come mangiavano Sumeri e Babilonesi?

I cereali erano sicuramente le loro principali risorse: grano e orzo la facevano da padroni. Se pensi che oggi preparare il pane in casa richieda una serie di tappe elaborate è solo perchè non hai vissuto all’epoca di Sumeri e Babilonesi. A quel tempo, infatti, la preparazione del pane prevedeva un primo passaggio, la separazione del chicco dalla pula, cosa che si poteva fare solo in presenza di vento, poi i chicchi venivano pestati con il mortaio per ricavare una farina grezza, che veniva successivamente setacciata. In seguito si impastava la farina con acqua e sale e si dava la forma che si preferiva. Il pane veniva infine cotto in forno o direttamente sul fuoco. Erano le donne a preoccuparsi di questa preparazione, ciascuna per la propria famiglia.

Il pane poteva anche essere presente in varie versioni: dolce, salata, con formaggio o con sesamo, pane di ceci o pane di miele. Sembra che esistessero addirittura 300 tipi di pane differente.
Anche il formaggio esisteva in molti tipi di lavorazioni, ne esistevano circa venti tipi diversi.
La farina di orzo si utilizzava anche per preparare zuppe, che venivano poi insaporite, a seconda dei gusti, con datteri, verdure o olio di semi di sesamo.
L’orzo, poi, era il principale ingrediente della bevanda più presente sulle tavole dell’epoca: la birra.

Le pietanze erano insaporite con ortaggi, soprattutto cipolla, porro e aglio. Si usavano molto anche i brodi, sia di carne sia di pesce, il latte e i suoi derivati, i legumi, da soli o in forma di farine, in particolare piselli, lenticchia, veccia e ceci. Sembra, inoltre, che essi preparassero anche una specie di salsiccia: budella di animale ripiene di carne.
Tra i frutti più consumati troviamo datteri, fichi, melagrane, mele, più difficilmente, invece, si consumavano pere, albicocche, melecotogne, ciliegie. I datteri venivano utilizzati sia freschi sia secchi, ma anche in forma di sciroppo in sostituzione del miele.

Il dolce a quei tempi era costituito da una farina inzuppata in un liquido che poteva essere birra, latte o burro. Molto utilizzate erano anche le spezie, che, come oggi, consentivano di conferire sapore e aroma alle varie preparazioni.

Quello che può apparire più particolare è l’utilizzo di insetti, che, al pari dei molluschi, troneggiavano sulle tavole dei banchetti. Le locuste erano tra gli insetti più apprezzati, venivano cotte al fuoco su lunghi spiedi.

Ma veniamo al nostro ricettario mesopotamico. Tra le tavolozze ritrovate si riescono a leggere bene 25 ricette, che prevedono in particolare stufati a base di carne, prevalentemente cacciagione, cervo, agnello, uccelli, con cipolla, aglio, porri, erbe e spezie.
Purtroppo le ricette non sono molto precise, sia perchè alcuni termini non sono facilmente identificabili, sia perchè spesso le dosi erano simili a quelle che mi riferiva mia nonna: “a rregula”, diceva lei, vale a dire che spesso i riferimenti a dosi e ingredienti erano “a piacere” o “a occhio”. Si trattava spesso, infatti, di indicazioni eccessivamente generiche.

Una delle ricette che ci sono arrivate è quella del brodo di carne. Vediamola insieme:

“Brodo di carne: servirsi di carne. Preparare l’acqua; 
aggiungere grasso […], porro, aglio schiacciato ed 
il corrispondente quantitativo di šuḫutinnȗ crudo.”
E se ti stai chiedendo cosa sia il šuḫutinnȗ, non è altro che un termine accadico per indicare una particolare varietà di cipolla!

Ecco invece una ricetta per un particolare tipo di pane condito (ne esistevano in realtà diverse con molte varianti): si trattava di farina mischiata a olio o burro e impastata con acqua, ma in alcuni casi si poteva scegliere anche birra o latte in sostituzione. Si poteva condire o farcire con datteri, altri tipi di frutta secca tra cui mele, uva o fichi e vari tipi di erbe aromatiche e… l’immancabile (per loro) aglio (già)!

Fonti:

https://www.academia.edu/5330857/Lalimentazione_in_Mesopotamia_in_epoca_paleo-babilonese._Il_corpus_epistolare_del_museo_di_Istanbul.Introduzione-Cap.I

https://www.lastampa.it/cucina/2019/01/18/news/in-cucina-con-i-sumeri-e-i-babilonesi-ecco-cosa-mangiavano-1.33670900

Sapori antichi

 

Mariangela Stasi

Mariangela Stasi

Sono una Biologa Nutrizionista, ma non solo. Sono laureata in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche e per diversi anni ho lavorato nella ricerca scientifica, conducendo esperimenti, approfondendo lo studio delle malattie oncologiche e neurodegenerative, contribuendo alla stesura di alcune pubblicazioni scientifiche. Prima di dedicarmi alla professione di nutrizionista, ho conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari con uno studio su una malattia neurodegenerativa rara. Un valore aggiunto alla professione di nutrizionista l'ho ottenuto con il Master in Fitoterapia Applicata, che mi consente di associare alla dieta utili consigli. Del mondo della ricerca mi sono rimasti la curiosità e l’approccio “scientifico” al lavoro, la continua ricerca della verità. Non mi piace dire, scrivere o parlare di qualcosa se prima non ho ne verificato la veridicità scientifica. Amo il mio lavoro, amo l’arte, la scienza e tutto quello che ha a che fare con la biologia. Proprio per questo motivo mi piace sempre studiare per conoscere e per aggiornarmi, per essere sempre al passo con le novità che la scienza ci regala.

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