A CENA CON OMERO

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Proviamo a cambiare epoca per qualche minuto… proiettiamoci in una realtà di molti secoli fa… e passiamo una serata in compagnia del più grande cantore mai esistito (…mmmhh, lo so, potrebbe non essere mai esistito, ma stiamo immaginando, quindi non poniamoci questo problema!)!

Ma prima di questo grande evento, cerchiamo di capire cosa mangiava il popolo da cui proveniva…

L’alimentazione dei Greci generalmente era  a base di cereali come grano, orzo, miglio, ortaggi, legumi, formaggi, pesce fresco o conservato sotto sale e poca carne. Una dieta che non era altro che l’antenata della dieta mediterranea! L’abbinamento di cereali e legumi consentiva di consumare un pasto completo, ricco di vitamine, minerali, carboidrati e proteine, ma anche di soddisfare il palato.

Proprio Omero definiva i Greci “mangiatori di farine”. Una ricetta utilizzata spesso, che prendeva il nome di maza” era una farinata a base di orzo abbrustolito e macinato, mischiato con farina di legumi e semi di lino.
A seconda delle possibilità di ciascuno, questa pietanza era poi insaporita con olio, olive, verdure formaggio, pesce conservato, spezie o, in una versione dolce, con latte o miele. Solo più raramente si poteva abbinare a questa sorta di “galletta” la carne. Davvero non riuscirei a immaginare un piatto più sano e completo (anzi, ci devo provare nel mio lunedì dei legumi, promesso!)!

Oggi, però, non voglio portarti nell’alimentazione quotidiana della Grecia antica, ma in un vero banchetto, ad Atene, tra giocolieri e danzatori, in compagnia di Omero, il cantore cieco, che ci racconta le storie di Achille e di Ulisse accompagnato dal suono della lira! Beh, a dir la verità lui non potrebbe proprio mancare, in quanto generalmente l’aedo partecipava al banchetto, seduto su un sedile con borchie di argento, a pasteggiare tra i nobili… Al contrario… noi donne generalmente non eravamo ammesse! Ma… stiamo immaginando, quindi proiettiamoci in una Grecia antica “post rivoluzione femminista”!

Il banchetto non era solo un momento in cui si mangiava, ma anche e soprattutto una parentesi di spensieratezza, tra giochi, danze e storie sempre nuove! Ad ogni banchetto, infatti, l’aedo raccontava una storia diversa, così come il cuoco creava una nuova miscela di aromi, capace di conferire alla carne un sapore sempre differente!
Il banchetto all’epoca di Omero è descritto con il termine dais, che vuol dire proprio condividere: condividere le carni sacrificali, il vino, il piacere della compagnia.

Ma a che ora inizia il nostro banchetto? Una risposta sarebbe “quando l’ombra sarà di dieci piedi”!

Per quanto gli ateniesi generalmente non mangiassero troppo, i banchetti descritti nell’Iliade e nell’Odissea erano comunque momenti di convivialità, eccezioni, in cui il padrone di casa attingeva alle proprie scorte senza badare a spese, al fine di soddisfare gli ospiti, fino a quando non sarebbero andati via. Già, proprio così! Un esempio eclatante è quello che accade a Itaca, nel racconto dell’Odissea, quando i pretendenti di Penelope decidono di pasteggiare per giorni a casa di Ulisse, consumando le riserve, nella speranza di avere in sposa la fedele donna!

Bene, ma ora immaginiamo di essere seduti nella sala principale del palazzo reale, seduti sul nostro seggio. Cosa stiamo per gustare?

Beh, sicuramente pane fresco e fragrante, vino e carne cotta allo spiedo, tagliata  a pezzi e servita dal padrone di casa, carne di maiale, di capra, di giovenca.

Al termine della cena?

Inizia il simposio, un dopocena dedicato a bere in compagnia vino misto ad acqua! E se temi di ubriacarti…  in ogni caso… alla fine si va a casa a riposare!

 

 

Fonti: Signore G. Storia delle abitudini alimentari: dalla preistoria ai fast food, Tecniche Nuove, 2010

Del Corno L., A tavola con Omero, Bur, 2013

Musti D., Il Simposio nel suo sviluppo storico, Gius.Laterza & Figli Spa

 

Mariangela Stasi

Mariangela Stasi

Sono una Biologa Nutrizionista, ma non solo. Sono laureata in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche e per diversi anni ho lavorato nella ricerca scientifica, conducendo esperimenti, approfondendo lo studio delle malattie oncologiche e neurodegenerative, contribuendo alla stesura di alcune pubblicazioni scientifiche. Prima di dedicarmi alla professione di nutrizionista, ho conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari con uno studio su una malattia neurodegenerativa rara. Un valore aggiunto alla professione di nutrizionista l'ho ottenuto con il Master in Fitoterapia Applicata, che mi consente di associare alla dieta utili consigli. Del mondo della ricerca mi sono rimasti la curiosità e l’approccio “scientifico” al lavoro, la continua ricerca della verità. Non mi piace dire, scrivere o parlare di qualcosa se prima non ho ne verificato la veridicità scientifica. Amo il mio lavoro, amo l’arte, la scienza e tutto quello che ha a che fare con la biologia. Proprio per questo motivo mi piace sempre studiare per conoscere e per aggiornarmi, per essere sempre al passo con le novità che la scienza ci regala.

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